Angelo Scuderi ha scritto: ↑mar 14 nov 2017, 20:03
Cari amici accettate il mio sforzo ed impegno su questo brano a velocita' ridotta.Per ora e' meglio non andare piu' velocemente anche se la tentazione e' forte ma faccio ancora molti errori e non ho ancora i mezzi tecnici. Pian pianino crescero'.
E certo , caro Angelo, certo certo che accettiamo il tuo sforzo ed il tuo impegno. In certi passaggi sei assolutamente alla velocità giusta e comunque non è nella velocità che si deve focalizzare il tuo sforzo. Io penso che quando si esegue un brano questo ridiventi vivo. E tutti gli spartiti che abbiamo in casa sono come creature che attendono di vivere per noi. Anche il semplice sforzo di ricordare una melodia nella nostra mente, quando siamo senza strumento, difatto ricrea e fa ridiventare viva la melodia. L'esecuzione di un brano secondo me non è un processo in cui ricordiamo, ma un processo in cui richiamiamo le note e con esse riempiamo la nostra coscienza nel medesimo istante in cui eseguiamo. Come quando camminiamo, lo facciamo compiendo un passo alla volta, ma difatto non ci pensiamo e ogni passo è parte integrante di un percorso. Se ci concentriamo troppo sul singolo passo e in modo consapevole può essere che perdiamo l'idea del nostro cammino e diventiamo forse incapaci di camminare, o eseguiamo il cammino in modo non naturale. Il ricordo della musica nella nostra mente ha luogo solo nel presente. Non è un ricordo ma un fatto reale dove la musica vive quel momento assieme a noi. L'esecuzione di un brano e una esecuzione
con il brano.
Quindi prova a non concentrarti troppo sul singolo passaggio che non ti viene ma "
sposalo" nella sua imperfezione con il resto della partitura. Dai un senso alla partitura nella sua interezza non alla singola battuta che nella sua imperfezione si adeguerà in modo naturale se c'è da parte tua la necessaria dedizione verso la partitura nella sua totalità. Quindi il mio suggerimento è di non preoccuparti dei mezzi tecnici che arriveranno in modo del tutto inconsapevole come quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta, o a camminare. Quando si era bimbi non ci siamo posti mai questo problema della mancanza dei mezzi tecnici, ma avevamo un chiaro obiettivo di partecipare alla vita nel camminare, nell'andare in bicicletta, nel nuotare, etc. Io penso che con il nostro strumento dobbiamo partecipare alla vita in modo analogo.
Ascolta qui Baden Powell che suona un pezzo lento (Valsa Sem Nome), senti come la musica letteralmente acquista vita propria, diventa di fatto essere vivente, e chi ascolta ha l'impressione che il tempo si sia fermato in un infinito presente. Il tempo presente si dilata e chi ascolta ha l'impressione che il suo corpo si fondi con lo spazio circostante.
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Sono solo ascolti via internet...pensa come sarebbe pazzesco essere partecipi assieme all'artista, immersi nella stessa aria.
Questo per me è uno dei fari dove guardare per capire la direzione . Credo che la chitarra, la musica non abbia bisogno di virtuosi ma di musicisti che suonino con il cuore, allo stesso modo per cui il mondo non ha tanto bisogno di intelligenza ma di cuore, inoltre non sempre chi è intelligente è sapiente...tutto i tecnicismi della cosidetta tecnologia guarda dove hanno portato l'umanità. Il "datemi una leva e vi solleverò il mondo" per il momento ha solo creato false aspettative e disastri. Oggi dovrebbe essere "datemi un cuore e vi solleverò un animo", questo sarebbe già un grosso successo
